Ne parliamo con Patrizia Nardulli, Direttore S.C. Farmacia e U.Ma.C.A.
L’IRCCS Giovanni Paolo II, denominato “Istituto Tumori” di Bari è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico che ha come mission peculiare l’oncologia.
Proprio per questa particolare connotazione in ambito sanitario è estremamente sensibile alla tematica della ricerca, in particolare della ricerca traslazionale.
Gli sforzi sono costantemente finalizzati all’applicazione clinica di quanto emerso dalle evidenze scientifiche.
Nel corso degli anni, da quando fu istituito nel 1955 come piccolo Centro Tumori, e nonostante i profondi cambiamenti vissuti, ha sempre preservato questa primaria attenzione ai bisogni del paziente oncologico, particolarmente fragile sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista psicologico.
Quando l’Istituto ha iniziato ad occuparsi della centralizzazione delle terapie per offrire trattamenti che garantissero una qualità superiore e che fossero più sicure, sia dal punto di vista della tecnica farmaceutica sia per quanto concerne il dosaggio e l’appropriatezza delle cure, tale modello organizzativo costituiva una vera e propria innovazione in una realtà come quella del meridione d’Italia in cui, normalmente, erano i singoli reparti a preparare le terapie per i pazienti, talvolta anche in condizioni non del tutto prive di pericoli per gli operatori esposti agli agenti antiblastici.
Già nel 2002 il Centro si è dotato di un’Unità di Manipolazione dei Chemioterapici Antiblastici (U.Ma.C.A) facendosi promotore di un progetto pilota per il meridione: cammino che l’ha condotto, negli anni, a sviluppare un vero e proprio expertise nel settore.
Ad oggi, l’IRCCS Giovanni Paolo II può vantare un’Unità Farmaci Antiblastici (UFA) certificata ISO9001 2015 e certificata proprio per quello che è il prodotto al paziente, come precisa scelta etica a conferma della centralità dell’individuo.
Il raggiungimento di questo traguardo rappresenta il frutto di un impegno corale da parte di tutti gli operatori coinvolti nel processo e chiamati all’applicazione stretta e rigorosa delle normative di good practice.
L’UFA garantisce oggi la preparazione di circa 50.000 sacche paziente l’anno: numeri molto elevati raggiungibili grazie a un team che vede coinvolti due farmacisti, otto infermieri, due addetti al trasporto dei farmaci all’interno dell’ospedale, due amministrativi e un coordinatore infermieristico,dato che l’UFA rappresenta una struttura a se stante all’interno della Struttura Complessa di Farmacia.
Intorno all’UFA ruota l’intero percorso del paziente dal momento dell’accettazione in ospedale, passando dalla visita specialistica alla prescrizione informatizzata della terapia, dalla preparazione del farmaco alle dimissioni finali, sempre alla ricerca di una più efficace ottimizzazione dei tempi.
Oggi le attività ambulatoriali e di day-hospital oncologico ed ematologico hanno visto un ulteriore miglioramento anche nella riduzione delle liste d’attesa ottenuta, tra l’altro, anche grazie alprolungamento degli orari d’apertura sia dell’UFA sia degli ambulatori che riescono ad accogliere più di 100 pazienti al giorno.
A questo numero va sommato quello dei pazienti in regime di ricovero ospedaliero nei 170 posti letti a disposizione delle varie UU.OO.
L’IRCCS Giovanni Paolo II ha adottato una “politica” di centralizzazione delle cure anche per quanto concerne la somministrazione delle terapie antineoplastiche orali, sebbene la Regione Puglia preveda che queste vengano dispensate dalle farmacie territoriali.
Le terapie domiciliari vengono consegnate direttamente dalla farmacia ospedaliera per evitare al paziente un ulteriore accesso, spesso gravoso, alle farmacia territoriali, che peraltro possono risultarne sprovviste.
Al momento della dimissione e in occasione delle visite specialistiche in programma il paziente si reca allo sportello della farmacia, attrezzata ormai come una farmacia “al pubblico”, e ritira la terapia; questo accade non solo per il primo ciclo di trattamento ma anche per i successivi, a dimissione dalla visita specialistica oncologica.
Insieme alle terapie vengono consegnate al paziente le schede informative degli antiblastici che deve assumere oralmente al proprio domicilio. Tali schede, elaborate dal Team di farmacisti della struttura, contengono, oltre a semplici nozioni sul meccanismo di azione, anche una serie di nozioni pratiche sulla corretta conservazione e sulle modalità di assunzione, indicando, ad esempio, quali sono gli alimenti o i farmaci che possono interagire con il chemioterapico, e che quindi vanno presi a distanza di tempo da questo, ed elencano quelli che sono i più comuni effetti collaterali che possono presentarsi.
Tali schede informative favoriscono l’aderenza alla terapia del paziente oncologico e oncoematologico ed agevolano il compito del medico di medicina generale che spesso non possiede una conoscenza così dettagliata degli specifici farmaci.
Data la comprovata utilità di questo approccio si sta valutando l’idea di estenderne l’utilizzo all’intera rete ematologica ed oncologica pugliese in un’ottica di una sempre più equa accessibilità ai servizi territoriali da parte di tutti i cittadini.
La normativa nazionale prevede che i farmaci cosiddetti innovativi vengano messi il prima possibile a disposizione del paziente .
Il Giovanni Paolo II, per il fatto di essere un IRCCS e per le numerose sperimentazioni sempre in corso presso la struttura, riesce spesso a renderli disponibili per i propri pazienti ancor prima dell’immissione in commercio perché inclusi in un protocollo di ricerca o grazie ai programmi di expanded access.
Una volta in commercio questi farmaci vengono poi acquistati secondo i canali tradizionali e sempre in tempi rapidi.
Le criticità, semmai, riguardano la rendicontazione dei farmaci innovativi in quanto la Regione Puglia non ha accolto la proposta formulata dalle farmacie ospedaliere di creare un conto economico a parte che potesse facilitare l’operazione anche in considerazione del fatto che tali farmaci godono delle prerogative d’innovatività per un periodo limitato di tempo e poi, terminato quel periodo, dovrebbero essere rendicontati normalmente.
Attualmente, quindi, la Puglia vive una situazione di stallo in tal senso che la rende ancora carente nell’accesso al fondo per i farmaci innovativi.