Un nuovo Piano europeo anti-covid. Tutto centrato, stavolta, sui farmaci che curano l'infezione e non sul vaccino. Un nuovo passo verso una sorta di europeismo. Il progetto è rimasto top secret fino a pochi giorni fa. Adesso, pian piano, inizia a emergere sotto il velo della riservatezza.
La reingegnerizzazione del SSN deve necessariamente tenere conto degli obiettivi di policy per l’accesso ai fondi europei NGEU, relativi alla programmazione 2021-2027. I cinque obiettivi di policy sono un’Europa più intelligente, attraverso l’innovazione e la digitalizzazione; più verde; più connessa; più sociale; più vicina ai cittadini.
La pandemia ha spinto la diffusione di strumenti digitali nel settore sanitario, accelerandone anche la conoscenza e l’uso da parte di cittadini, medici e strutture sanitarie nelle diverse fasi del percorso di cura.
Il documento rappresenta le conclusioni del gruppo di esperti sulle complicanze troboemboliche post-vaccinazione anti-COVID-19 con i vaccini a vettore virale.
Considerato che il tasso di innovatività dei nuovi trattamenti è sostanzialmente basso diventa di fondamentale importanza riconoscere i farmaci che apportano una reale innovazione nel panorama terapeutico.
Il tetto di 500 milioni previsto per sostenere il costo delle terapie più innovative, istituito nel 2017, si è rivelato insufficiente. Le possibili soluzioni degli esperti in quattro punti.
I programmi di uso compassionevole (Cup) dei farmaci rappresentano un’importante opportunità di accesso dei pazienti alle terapie prima della loro commercializzazione. Tali programmi possono essere anche un vantaggio per il Servizio sanitario nazionale.
Sui brevetti dei vaccini «si sta arrivando a una soluzione» a livello europeo, una via di mezzo «tra lasciare le cose come stanno e la sospensione dei brevetti temporanea e circoscritta. Una terza strada su cui sta lavorando la Commissione prevede il conferimento obbligatorio di licenze nei momenti di maggiore emergenza»